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Uruk e Ubaid
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Mesopotamia 3° millennioAIn principio l'amministrazione templare (in sumero: tempio=casa del Dio, palazzo=è.gal), era governata da u
n'assemblea di anziani, poi passando di generazione in generazione, il potere passò ad una elitè sacerdotale, che con l'inserimento della successione, si favorì l'affermazione della dinastia sorretta da Re rappresentanti degli Dei, che domineranno la mesopotamia fin dal 3° millennio a.c.
La società proto-statale sumera delle prime città-tempio (4500-3000 a.c.), dapprima URUK (la più antica con l'insediamento sacro di EANNA), poi seguirono UBAID, UR, ERIDU, UMMA, LAGASH, NIPPUR, AKKAD, DIYALA, NINIVE, EBLA; di fatto, fu l'evoluzione delle piccole aziende agricole familiari del periodo Neolitico (6000-4500 a.c. soprattutto negli insediamenti di HALAF ( alta mesopotamia ) e UBAID ( bassa mesopotamia ), e dove maggiore fu l'eccesso di produzione agricola e animale, maggiore fu il progresso sociale/politico/economico, che investì soprattutto le terre più fertili del medioriente, ossia la bassa mesopotamia, dove l'incontro tra i fiumi Tigri ed Eufrate formava un gigantesco delta, adatto alla coltivazione a campi lunghi ( gestiti con razionalità matematica ), che davano altissime rese produttive, spingendo notevolmente il bisogno di organizzarsi nel bene di tutti, ridistribuendo gli eccessi a vantaggio della comunità gestita dall'amministrazione del tempio, per finanziare le strutture agricole, la casta amministrativa, la difesa del territorio, la costruzione delle città-tempio, creando così una redditizia rete complementare Centro religioso Eannafra città, villaggi, aziende familiari, pastori.
Nelle aree circostanti, dove le condizioni ambientali furono meno fortunate, si diffuse l'ideologia templare, portando la cultura, l'architettura monumentale basata su pilastri e piramidi, la scrittura e l'amministrazione sumera, lungo tutte le vie commerciali e mercantili, dall'Anatolia alla valle dell'Indo, passando dalle coste Siro-Palestinesi all' Afghanistan.
L'innovazione tecnologica nell'agricoltura, fu l'utilizzo di due nuovi tipi di irrigazione dei campi agricoli, IRRIGAZIONE A BACINO e IRRIGAZIONE A SOLCO.

  • L'irrigazione a bacino comportava la completa sommersione del campo ben spianato, sotto un lieve strato d'acqua, solitamente di piccole dimensioni e dotato di argini per contenere le acque. Questo tipo di coltura è gestita da piccoli villaggi o in ambito familiare.
  • L'irrigazione a solco, veniva praticata in campi in pendenza, lunghi centinaia di metri, solcati tramite l'aratro con seminatrice ( trainato da buoi ); l'acqua scorrendo tra i solchi ( uno ogni 1 cubito, circa ogni 50 centimetri - 2 semi ogni 1 cubito ), irrigava il terreno utile, raccogliendo poi l'acqua in eccesso a valle, in acquitrini o bacini di drenaggio.

In mesopotamia l'economia era sorretta dall'orzo e dalla pastorizia. Nella zona nord del delta, la ridotta salinità dell'acqua, permetteva di coltivare il frumento ed altri cereali, mentre al sud la vicinanza al mare e le scarse piogge, non filtravano il terreno, lasciando maggiore salinità, quindi l'orzo fu l'unico cereale prodotto in larga scala, perché veloce nella crescita e nella raccolta, permetteva un rapido immagazzinaggio prima delle alluvioni e delle cavallette.
Il raccolto delle strutture templari e private, andava direttamente nei magazzini del tempio, tranne le quote alimentari ( retribuzioni ) per i lavoratori, sfruttando soprattutto il lavoro stagionale.
La rivoluzione urbana in mesopotamia, mutò il tipico schema familiare delle grandi famiglie Neolitiche ( abitazione + azienda agricola ) in famiglie a nucleo ridotto, spersonalizzando gli individui, perché l'amministrazione del tempio considerava queste famiglie come serbatoi di manodopera da utilizzare per le varie mansioni stagionali, quindi assistiamo ad una migrazione provvisoria verso le strutture templari, con l'aumento esponenziale delle piccole abitazioni in città o nei villaggi.
Mentre i magazzini centralizzati del periodo Neolitico si tramutavano in templi, poi sempre più grandi in palazzi-tempio monumentali, le abitazioni rimanevano piccole e umili, molto omogenee tra loro, modulari o condominiali, l'intera popolazione viveva sotto una cultura egualitaria e severa, molto semplice e razionale, tutti sotto la protezione del tempio, che benediva i lavoratori al servizio degli Dei.
Le tracce lasciate da questi insediamenti umani, dimostrano che man mano la tecnica del solco esauriva un terreno, queste popolazioni si spostavano verso nord, scontrandosi o fondendosi con i locali abitanti.
Dimensioni degli insediamenti:

  • Villaggio dal 5000-4000 a.c. ( 5-10 ettari )
  • Villaggio dal 4000-3200 a.c. ( 10-70 ettari )
  • Villaggio dal 3200-3000 a.c. ( 70-100 ettari )
  • Villaggio dal 3000-1600 a.c. ( assestamento intorno ai 70 ettari )

In ogni abitazione, è riscontrata la presenza di un telaio da tessitura oppure alcune macine con i pestelli di pietra o ancora la presenza di un tornio da vasellame, questo dimostra che esisteva una notevole rete commerciale tra il tempio e le piccole realtà artigianali o specializzate in determinati prodotti, realtà imprenditoriali tramandate da padre in figlio, tanto numerose che i 2/3 della popolazione lavorava in proprio o prestava manodopera stagionale presso le strutture templari, mentre il restante 1/3 lavorava fisso tutto l'anno per il tempio, in vari ranghi e ruoli.
Nella gestione dei raccolti, l'amministrazione centrale del tempio, calcolava i costi di produzione ( semente per l'anno successivo, le razioni-retribuzioni alimentari per i lavoratori, mantenimento degli animali da lavoro, la fornitura di indumenti per tutti gli addetti ai lavori, la costruzione e la manutenzione delle case popolari ) corrispondenti a 1/3 del raccolto, mentre il rimanente 2/3 veniva inviato nei magazzini centrali; le quote venivano calcolate e divise prima del raccolto, salvando le scorte in caso di guerra o di alluvione, o di altri imprevisti.
L'orzo costituiva la principale macchina economica, mentre le piccole colture più difficili da conservare come la cipolla, la lattuga, la palma da dattero ( usato come dolcificante ), venivano trattate solo nelle piccole aziende familiari oppure importate dalle regioni più a nord.
Tutte le entrate e tutte le uscite di ogni magazzino, venivano registrate dagli scribi responsabili, che oltre ad essere contabili, rispondevano personalmente del proprio lavoro, i loro sigilli marchiavano sia le tavolette contabili che le porte dei magazzini, come garanzia verso l'amministrazione del tempio, perché rubare in un magazzino corrispondeva rubare a tutta la comunità, con le spiacevoli conseguenze che ne derivavano, le punizioni più diffuse, toglievano la libertà imponendo la schiavitù per debito, invece altre più severe portavano alla condanna a morte.
Questi principi di contabilità vennero applicati ad ogni ramo amministrativo del tempio, si registravano tutti i magazzini, settore per settore, ossia l'agricolo, il tessile, la pastorizia, l'esportazione, l'importazione.
Dati gli spazi limitati degli archivi, lo scriba ogni mese e ogni anno, raccoglieva tutti i dati e li sommava in una tavoletta riepilogo, eliminando così le tavolette minori, non più necessarie.
Per loro convenienza, stabilirono l'anno amministrativo di 360 giorni, diviso in 12 mesi da 30 giorni, e data la differenza di 5 giorni rispetto l'anno reale di 365, gli scribi inserirono a fine anno una festa di 5-6 giorni per compensare l'anno lavorativo ( capodanno sumero ). 
L'unità di misura più diffusa fu il "CUBITO", corrispondente a circa 50 centimetri, con multipli e sottomultipli in rapporto 1:10, 1:6, 1:60, per facilitare i calcoli di area e di volume, sviluppando una matematica sessagesimale, che influenzerà per cinque millenni, teorie ed applicazioni in ogni settore, dai semplici calcoli matematici alla sezione Aurea, utilizzata per i capolavori dell'architettura antica come le piramidi, i templi, i palazzi reali, le cattedrali gotiche.
Per i liquidi e per l'orzo si applicò l'unità di misura "LITRO" standardizzando i rapporti di conversione tra prodotti diversi, arrotondando il mondo mesopotamico secondo la matematica sessagesimale, non reale ma efficace per chi governava, mentre nei campi agricoli e nell'edilizia regnò il cubito.
Conversioni standard:
 
30 kg ( il massimo carico per un uomo ) = 1 TALENTO
1 MINA = 0,5 kg circa
1 SICLO d'argento = 300 litri d'orzo = 12 litri d'olio di Sesamo = 6-10 MINE di lana = 2-3 MINE di rame
 
Il tempio inoltre si occupava anche dell'allevamento di pecore, per la produzione dei tessuti di lana e una minima parte per produrre formaggi, ma dato che i principali pascoli si trovavano nelle steppe SIRO-ARABE e sui monti ZAGROS, l'amministrazione del tempio affidava i propri greggi a pastori autonomi ( 1 pastore accudiva 100-200 pecore ), i quali muovendosi lontano dal rispettivo tempio, tenevano riservato il reale numero degli animali, che sparsi nel pascolo risultavano difficili da quantificare, quindi si risolveva il tutto con un'ispezione annuale e fissando il tasso di crescita del gregge al 25% annuo ( reale 50% ), che il pastore doveva cedere al tempio, tuttavia il numero di pecore destinate ai sacrifici oppure ai banchetti, restava comunque al di sotto del 25% corrisposto, per mantenere costante nel tempo la crescita delle greggi.
Da ogni pecora si ottenevano 2 mine ( circa 1 kg ) di lana, e la tosatura veniva gestita da lavoratori stagionali, come nei campi agricoli, con le retribuzioni alimentari proporzionali al peso corporeo:

  • UOMINI 3/3 della razione alimentare
  • DONNE 2/3 della razione alimentare
  • BAMBINI ½ razione alimentare

Mesopotamia 4° millennioTra il 4°-3° millennio a.c. si utilizzarono telai orizzontali di tessitura, soprattutto con la tecnica a "PETTINATURA e STRAPPO", poi dal 2° millennio a.c. si passò al telaio verticale con la miglior tecnica a "RASATURA".
A seconda delle condizioni ambientali-socioeconomiche si svilupparono cooperazioni e società complesse, comunicanti tra loro, come ad esempio il SESAMO che giunse dall'India nel 3° millennio a.c. e gli indumenti di lana partiti dalla mesopotamia vennero diffusi in tutto il medioriente fino alla valle dell'Indo; tranne l'Egitto, che preferì utilizzare il lino per non sottrarre terreno fertile all'agricoltura.
L'esportazione delle eccedenze di produzione in scambio di altre merci, sollecitò moltissimo le amministrazioni templari, che per trattare con i mercanti stranieri, stabilirono le tariffe di base per ogni prodotto ( tariffe che andavano a coprire le spese di produzione ), ed i mercanti ( che tornavano dopo 6 mesi dalla consegna del materiale ) di conseguenza, cercarono il modo migliore di far profitto sui vari passaggi, lungo le vie commerciali ( fondando anche città e villaggi ) utilizzando carovane di muli o asini , di cui ogni animale trasportava mediamente 90 kg di materiale per circa 25 km al giorno.
Il RAME fu il metallo più richiesto, che arricchito con l'ARSENICO dava una maggiore durezza, poi quando giunse lo STAGNO dall'Afghanistan e dall'Oman, si ebbe l'inizio dell'era del BRONZO ( rame + stagno ) in pieno 3° millennio a.c., più tardi si troveranno altre miniere di stagno in Anatolia e sull'isola di Cipro.
Ogni tempio provvedeva alla costituzione di un piccolo esercito, per la cura delle strutture templari, come i magazzini centrali, le botteghe e le officine. In caso di guerra, si reclutavano mercenari tra la popolazione, considerando soprattutto l'aspetto difensivo del territorio, aiutato dalle mura delle città e dai villaggi ermetici, una sorta di castri medioevali.

 
 
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