Le strategie di Genis Khan
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GENGIS KHAN o GENGHIS KHAN (si legge Cingiz Qan) della tribù dei MERKIT nacque nel 1167 nell'odierno confine tra Mongolia e Siberia, figlio di un capo tribù fu chiamato TEMUJIN alla nascita, visse la gioventù nel clima anarchico e violento delle guerre intestine fra i clan mongoli, le incursioni di cinesi e tartari, combattendo sopra tutto i Tartari crebbe la sua fama di condottiero impavido, i successi lo aiutarono a raggruppare un piccolo ed efficiente esercito.
Nel 1204 GENGIS KHAN conquistò tutta la Mongolia, ma solo nel 1206 in un'assemblea di fronte a tutte le tribù mongole, venne proclamato per la prima volta “KHAN” fondando l'Impero Mongolo, da qui iniziò l'unificazione culturale, amministrativa, religiosa (Sciamanesimo) e militare della Mongolia, varò le leggi e i codici comportamentali per porre fine alle faide intestine, per vincere dovevano essere tutti uniti e preparati sia militarmente che culturalmente. La sua capitale fu CARACORUM in Mongolia.
Organizzato il nuovo esercito, GENGIS KHAN partì verso la Cina difesa dalla grande muraglia lunga 2400 km, conquistando il regno di XIXIA (odierno ALASHAN), nel 1211 si aggiudicò anche il QIN, nel 1215 distrusse la città di PECHINO e attaccò KAIFENG nel HONAN.
Con l'alleanza del popolo degli UIGURI (i carovanieri della via della seta che gestiranno l'amministrazione imperiale e le scuole di scrittura), GENGIS KHAN congelò la questione cinese per occuparsi dell'occidente (gli interessava l'acciaio mediorientale e la fabbricazione del vetro), nel 1218 sottomise il TURKESTAN, invadendo le terre dell'Impero CORASMIA (odierno TURKESTAN russo, AFGHANISTAN, IRAN), dopo SAMARCANDA (1220) toccò all'AFGHANISTAN e al KHORASAN (1221), dove subì la sua prima pesante sconfitta da parte di GALAL AL-DIN (figlio dell'imperatore ALA AD-DIN MUHAMMAD di CORASMIA), GENGIS KHAN furioso si lanciò nella sua più spietata vendetta contro GALAL, inseguendolo fino alle rive del fiume Indo.
GENGIS KHAN pensando all'invasione dell'Europa provò la resistenza occidentale devastando la Persia, la Russia e il centro Europa, spingendosi fino alle porte del Tibet a SINING nel 1227, il sanguinoso condottiero tormentò anche i turchi mentre i crociati perdevano le battaglie in terrasanta, in un certo senso impegnando l'islam, GENGIS KHAN diede lateralmente una boccata d'ossigeno al mondo cristiano di quel periodo.
La salute di GENGIS KHAN si aggravò dopo una caduta da cavallo, che lo portò lentamente verso la morte, ma prima di lasciare il mondo dei vivi spartì l'Impero fra i figli avuti da sua moglie BORTE, la dinastia GENGISKANIDE regnò fino al 1368 su un territorio senza pari, gli succedettero il figlio OGDEI, i nipoti MENGKU e KUBILAI (il saggio), seguirono poi imperatori più inetti o tiranni che portarono progressivamente le popolazioni alla rivolta.
GENGIS KHAN, da spietato condottiero si dimostrò generoso e astuto, non sapeva ne leggere ne scrivere ma era attratto dalla cultura, era schietto e taciturno, si fece simpatie fra le popolazioni praticando una giustizia rigorosa (quasi sempre le condanne finivano a morte) e l'uguaglianza dei diritti in ogni provincia, ogni uomo di qualunque provenienza poteva coprire cariche importanti (purché ne avesse le capacità), libertà di religione, libertà di cultura, libertà di commercio, sistema economico federalista, l'autonomia delle città veniva rinnovata ogni anno con il pagamento di una sola tassa (mai esosa) e dalla fornitura di guerrieri (il mancato pagamento o il tradimento condannavano a morte l'intera provincia).
GENGIS KHAN di aspetto rude, nonostante le immense ricchezze non lasciò mai lo stile di vita nomade, quando arrivava in una nuova terra si presentava ai capi tribù del posto o alle autorità costituite proponendo la resa o un accordo, in caso di rifiuto o di una brusca reazione, l'esercito mongolo lanciava la devastazione di tutto ciò che incontrava risparmiando solo i bambini sotto l'altezza di 120 cm. Le stragi e gli atti crudeli venivano sempre giustificati alle popolazioni alleate.
Il numero delle città e delle roccaforti venne razionalizzato, lasciando solo ciò che gli era strettamente necessario per approvvigionare gli eserciti, la rete di messaggeri corrieri, la protezione della rete commerciale (che collegò l'estremo oriente all'occidente). Le città sotto il Regno mongolo presero un' aspetto monumentale orientaleggiante con un quartiere per ogni etnia, in modo che comunicassero tra loro senza convivere troppo vicini.
L'esercito mongolo fu basato sugli agilissimi arcieri a cavallo, ogni guerriero possedeva tre cavalli per reggere la vita nomade e le lunghe distanze; la velocità d'azione (colpisci e fuggi) garantiva un imponente impatto sugli avversari (i cavalieri occidentali e mediorientali del periodo indossavano già pesanti protezioni); la loro strategia preferita consisteva nella “Ritirata Simulata” che prevedeva di attaccare la prima volta in ordine sparso per provocare, fingendosi disorganizzati e in difficoltà, gli avversari sentendosi in vantaggio si lanciavano all'inseguimento dei mongoli, dopo vari giorni, quando gli avversari davano segni di cedimento, i mongoli li accerchiavano fatalmente.
La principale politica di GENGIS KHAN fu basata sul terrorismo, attacchi notturni, genocidi, pubbliche esecuzioni, per seminare il caos, perché sapeva che chi ha troppa paura non infrange la legge, non reagisce e combatte male, scoprendo così che le popolazioni stabili e civilizzate temevano più la minaccia che il vero esercito, si ipotizzano circa 25 milioni di morti ammazzati in modo estremamente violento.
Con gli assedi in Cina, i mongoli appresero l'uso delle macchine da guerra da utilizzare verso occidente; l'armamento standard fu costituito da spade corte, pugnali, arco e frecce, armatura leggera di lamierini intrecciati, scudo tondo; le qualità più importanti richieste ai guerrieri furono: la perfetta cavalcatura del cavallo, la precisione con l'arco, l'agilità nei movimenti.
I saccheggi delle città furono autorizzati solo dopo la vittoria, il sacco veniva unito e poi diviso in base ai meriti di coraggio e di azioni in battaglia, questa regola incentivò gli uomini ad una maggiore ferocia.
Per GENGIS KHAN fu di vitale importanza l'utilizzo di agenti segreti e di spie da infiltrare nei territori da conquistare, per conoscere più particolari possibile su chi doveva fronteggiare, le informazioni raccolte venivano poi spedite con messaggeri e staffette fino ai comandanti degli eserciti. I Tartari furono per lui la più potente orda distruttiva da utilizzare nei territori difficili.
In venti anni GENGIS KHAN diede vita all'Impero più vasto di tutta la storia dell'uomo, negli anni di maggior espansione si poteva viaggiare con sicurezza dalla Cina al Mar Nero, dal Tibet alla Cambogia, i suoi successori cercarono accordi con i francesi contro l'islam, attaccando poi anche Vienna, al grande condottiero si riconoscono tre primati nella storia dell'uomo: l'uomo più feroce, l'uomo più ricco, il Regno più vasto.
I recenti scavi archeologici su una collina a 150 kilometri da Ulan Bator, hanno dato alla luce i resti di un imponente palazzo del 13° secolo in stile orientale-cinese, circondato da molte altre costruzioni, per gli studiosi si tratta della capitale dell’Impero mongolo fondato da Gengis Khan. |